Interview with Author Laura Zambelli
October 13, 2013
Conoscendo il tuo lavoro che in questi anni è stato caratterizzato da una grande versatilità Il tuo progetto è nato da un’esigenza di lavorare su un’idea è l’inizio di una serie di progetti che svilupperanno temi diversi ?
Laura – Il mio progetto è nato con l’intento e la voglia di sviluppare percorsi che avranno varie tematiche. Il mio approcciofotografico è avvenuto tramite dei primi scatti di reportage che ho fatto durante alcuni miei viaggi. Mi sono poi avvicinata a una fotografia di tipo naturalistico passando successivamente al paesaggismo. In questo percorso ho sempre e comunque cercato di trovare una mia personalità che mi distinguesse dalla classica tipologia di questi generi. Non ho un’idea precisa di ciò che farò in futuro. Mi lascio guidare dalle emozioni che derivano dalla mia crescita espressiva. Il modo di fotografare che avrò proseguendo in questo cammino, dovrà essere innanzitutto una sorpresa anche per me, una scoperta dell’interiorità che mi spinge ogni volta a trovare nuovi stimoli e idee..
Perché il titolo “Disillusioni “e quanto è legato alla ricerca della consapevolezza ?
Laura – Disillusioni è un titolo che ho scelto per esprimere la consapevolezza del cambiamento, del mutare delle cose, ma soprattutto di ciò che troviamo diverso da come l’avremmo desiderato nel momento in cui ci affacciamo alle esperienze che richiedono la capacità di scegliere e decidere. Il mio sogno era la danza, il balletto classico che ho sempre amato tantissimo. Era la mia fiaba “possibile”. La vita però poi ha deciso diversamente portandomi a fare cose del tutto diverse. L’amore per la danza però è rimasto dentro di me, sia pur spogliato dalle illusioni a cui era, forse inevitabilmente, legato. I sogni però mantengono sempre la loro magia, la loro forza. Un fascino intenso che ora posso esprimere a livello fotografico, nella consapevolezza che per me questo sogno è comunque una grande ricchezza che ho dentro.
Le location tranne che per alcune immagini rappresentano spesso delle riprese che ne enfatizzano le strutture è un scelta simbolica legata alla persistenza del tempo e del passato come bagaglio personale?
Laura -Mi muovo danzando per rappresentare il sogno che comunque vive, mi muovo con i miei sogni e le mie fantasie all’interno di ambiente antico, classicheggiante e usurato dal tempo, un contesto che si trova in netto contrasto con la bellezza aggraziata del balletto. Sono bellezze diverse che convivono all’interno del mio modo di vedere le cose e di vivere la mia vita. Un dualismo sogno/realtà in poche parole, colorato dal fascino dei sogni un po’ misteriosi che abbiamo quando siamo all’inizio della nostra vita da “adulti”….
Le immagini alternano all’esclusivo bianco e nero ad un viraggio verde perché questa scelta ?
Laura – Nel colore ho scelto di utilizzare i toni del cross-process per evocare il fascino della fotografia analogica. Ho capito che per rendere al meglio la poesia del tempo che passa dovevo utilizzare modalità tecniche che riprendessero le caratteristiche tipiche delle vecchie pellicole. E per lo stesso motivo ho anche scelto di lavorare gli altri scatti in un bianco e nero sobrio e delicato..
Il progetto inizia con una figura di danza e termina con una postura fissa che ha per cornice di fondo un muro serrato, un percorso che chiude una parentesi dell’esistenza?
Laura – Certamente si. In questa serie di scatti ho voluto esprimere le sensazioni e i ricordi legati al mio passato e ai desideri che lo hanno caratterizzato. L’ultimo scatto rappresenta la conclusione di questa serie, ma non la conclusione del progetto. Altri due capitoli seguiranno ad evoluzione e completamento di questo portfolio che vedo soprattutto come una narrazione di una parte recondita del mio essere e del mio spirito. In poche parole la mia fiaba.…
Il Magazine Ringrazia Laura Zambelli .
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